Novecento d'arte

Dal liberty al contemporaneo

Novecento d’arte 2020-09-30T17:47:29+02:00

Dal sogno liberty al contemporaneo

Primavera. È il tema che Galileo Chini rappresenta nella grande opera raffigurata qui accanto, realizzata dal grande artista fiorentino per la alla XI edizione della Biennale di Venezia. Quel sentimento di rinascita, e di scoperta, che la stagione che succede all’inverno ogni volta ci porta in dono, insieme all’esplosione dei sensi: i profumi dei fiori, i colori che si accendono, tutto si esalta all’improvviso, in una dimensione quasi onirica.

È il sogno che ha guidato tanti artisti in quel periodo fatato che in Italia assunse il nome di Liberty (dal nome di un grande produttore inglese di mobili e accessori) e che ha trovato in Montecatini Terme la sua casa e nella figura di Galileo Chini il suo massimo interprete.

Una città che vive un sogno, quello della Belle Epoque, e che fa sognare artisti, musicisti, scrittori, regnanti: tutti vogliono immergersi in quella realtà “irreale”, fatta di melodramma, operette, café chantant e casinò, sale da ballo, mostre d’arte, opere teatrali. E la città si veste d’arte, per accogliere quel mondo.

Sogno che si rinnova negli anni ‘50, che trova di nuovo casa a Montecatini e nella Valdinievole, che crea nuove suggestioni per gli architetti e anche per i registi, che creeranno e ambienteranno qui le loro opere.

La  Toscana è un museo a cielo aperto, capace di offrire un repertorio di opere d’arte e architettoniche di ogni periodo storico. Montecatini Terme e la Valdinievole rappresentano, di quella galleria ideale, la sezione relativa al passaggio di secolo tra fine Ottocento e primo Novecento, quella stagione che, partendo dal gusto neoclassico, incontra prima l’eclettismo per poi sposarsi, nel clima della Belle Époque, con il Liberty.

È il primo periodo d’oro di Montecatini, quando artisti, letterati, musicisti scelgono la città termale come loro luogo elettivo: Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini (omaggiati da due statue in bronzo), Ruggero Leoncavallo qui soggiornano e qui compongono loro opere, in uno scenografia urbana che proponeva, oltre alle storiche Terme Leopoldine, i grandi alberghi internazionali, gli stabilimenti Excelsior, le Terme Tamerici, le Terme del Tettuccio.

Qui architettura e arte si fondono, rappresentando al meglio proprio quel clima artistico in cui non c’è soluzione di continuità tra progetto architettonico, disegno di un fregio, di un apparato decorativo, di un affresco, di una scritta pubblicitaria. È lo stesso approccio che troviamo nelle grandi capitali dell’Art Nouveau e dello Jugendstil (i diversi nomi che assume lo stile Liberty nei paesi europei), come Bruxelles e Vienna, e che in scala diversa ritroviamo a Montecatini.

Galileo Chini (1873/1956). L’anima del liberty
Pittore, grafico, ceramista, fondatore a Firenze di una delle più importanti manifatture artistiche del tempo, decorò i saloni della Biennale di Venezia dal 1904 al 1913, la messa in scena di opere di Sam Benelli, ideò scenografie e bozzetti per Giacomo Puccini. La sua fama lo portò nel 1910 fino a Bangkok, per decorare il salone del trono del sovrano.

Uno dei protagonisti di questo magnifico momento è l’artista fiorentino Galileo Chini. Qui lavora al Padiglione per la vendita dei Sali Tamerici, allo stabilimento omonimo, al salone delle feste del Grand Hotel La Pace, al Palazzo Comunale. La sua arte si esprime nei dipinti, nelle decorazioni, nelle vetrate e nei lucernari, nei pavimenti, nei pannelli ceramici e in grès.

Il clima della Belle Époque si respira alle Terme del Tettuccio, meraviglia architettonica ideata nel 1916 da Ugo Giovannozzi, che volle evocare il fascino delle antiche terme romane attraverso colonnati, cortili, tribune, fontane riccamente decorate, tra cui emergono la galleria dei banchi di mescita con i sette pannelli allegorici dipinti da Basilio Cascella, la tribuna per la musica, con la cupola dipinta da Ezio Giovannozzi, il salone delle Poste e Telegrafi, il Caffè storico.

Quel clima lo si ritrova alle Terme Excelsior, con le due esedre laterali chiuse da artistiche vetrate intervallate da colonne corinzie, alle Terme Tamerici, tipica espressione dell’eclettismo del tempo, che unisce il rinascimento toscano, il moresco veneziano, il neomedievale (con torrette, merlature, archi e stemmi) e infine nella facciata del Kursaal, che nasce nel 1907 come “tempio della Lirica, dell’Operetta e della Mondanità” e che accoglierà nel tempo un casinò, un cinema-teatro, spazi espositivi, una grande sala da ballo.

Libero Andreotti
Scultore, illustratore e ceramista nasce a Pescia nel 1875 in una famiglia di modeste condizioni, ma il suo talento viene intuito presto. Lavora a Palermo come illustratore, a Firenze come ceramista, a Milano nella scultura, e in ogni luogo è al centro del dibattito culturale. Espone a Venezia, Parigi, Stoccolma. Nell’ultima parte della sua vita vive a Firenze, dove muore nel 1933.

Ma la grande arte del Novecento è protagonista anche in altri centri della Valdinievole.

Pescia offre ai suo visitatori la collezione di 230 gessi dello scultore Libero Andreotti, provenienti direttamente dal suo studio (grazie alla generosa donazione della famiglia), raro esempio di una raccolta che riesce a documentare interamente la vita di un artista. La Gipsoteca Libero Andreotti, allestita su tre piani nel Palagio del Podestà, è un grande omaggio all’artista e alla città che gli ha dato i natali.

Pietro Annigoni a Ponte Buggianese
Il maestro fiorentino, di fama internazionale e grande esperto della tecnica dell’affresco, inizia il suo lavoro al Santuario della Madonna del Buon Consiglio di  Ponte Buggianese nel 1967, realizzando un ciclo di opere ispirato al Nuovo Testamento. Nel 1978 il Ministero dei Beni Culturali, ha riconosciuto il notevole interesse artistico del santuario.

Ancora Pescia, in particolare la sua frazione Collodi, inaugura nel 1956 il concetto di “giardino d’artista”, primo in Toscana, proponendo le opere di grandi maestri come Venturino Venturi, Emilio Greco, Pietro Consagra, del designer Marco Zanuso, dell’architetto paesaggista Pietro Porcinai che interpretano il mondo di Pinocchio nell’omonimo Parco.

Monsummano Terme ospita nel Museo di Arte Contemporanea e del Novecento (Mac,n) una ricca collezione creata grazie alle donazioni di artisti e collezionisti, con opere di Vinicio Berti, Ferdinando Chevrier, Marcello Guasti, Quinto Martini, Jorio Vivarelli, Pietro Annigoni. Quest’ultimo è autore, a Ponte Buggianese presso la , dell’imponente ciclo di affreschi, realizzati tra il 1967 e il 1984, che sorprende lo spettatore per la sua potenza visiva.

Il dono di Joan Mirò
Il Palazzo Comunale di Montecatini ospita, dal 2012, il Mo.C.A, spazio espositivo dedicato all’arte moderna e contemporanea e sede di mostre temporanee. Collocato negli spazi ad suo del servizio postale, decorati da Galileo Chini, ha nella sua collezione opere di maestri dell’arte del Novecento, tra cui Orfeo Tamburi, Sergio Scatizzi, Salvatore Fiume, Pietro Annigoni.
Anche Joan Mirò è presente in collezione, con la grande tela dal titolo “Donna avvolta in un volo di uccello”; esposta a Montecatini Terme in occasione del grande evento del 1980 a lui dedicato “Mayo Miró”, curato da Carlos Franqui, suo grande amico. Il maestro, affettivamente vicino a Montecatini Terme, non poté partecipare per l’età avanzata, ma il legame con la città fu suggellato dal dono dell’imponente opera, che da allora è parte della collezione comunale.