Il ciclo produttivo della carta partendo dagli stracci, sperimentato per la prima volta in Cina, venne acquisito nell’area pesciatina nel XV secolo. La prima fase di tale ciclo consisteva nella raccolta di panni di cotone, lana, canapa e lino, che venivano selezionati e ridotti in brandelli per essere inseriti nelle “pile sfilacciatrici”, ovvero in vasche dove grandi martelli di legno con denti di bronzo, li riducevano in una densa poltiglia: il “pesto”. L’impasto ottenuto veniva inserito all’interno di “tini” in pietra con l’aggiunta dell’acqua pura del fiume Pescia. Attraverso una “forma” delle dimensioni del foglio di carta, veniva trattenuta la quantità di pesto necessaria e si lasciava scolare l’acqua in eccesso. La cosiddetta “posta” composta da fogli e feltri veniva pressata, e infine, distinti i fogli dai feltri, la carta veniva fatta asciugare in modo naturale.

Il Museo della Carta di Pescia, inaugurato nel 1992, permette al suo interno un interessante percorso, reso ancora più stimolante da laboratori didattici, per la comprensione della filiera produttiva della carta grazie a modellini in scala perfettamente funzionanti ed alla possibilità di creare direttamente al Museo, con le antiche tecniche dei maestri cartai pesciatini, un foglio di carta fatto a mano. Al Museo è annessa anche la cartiera Le Carte il cui nucleo originario risale alla metà del secolo XV. All’interno dell’edificio, per il quale è previsto il recupero funzionale, sono ancora conservate tutte le antiche macchine per la produzione della pregiata carta fatta mano.